Archivio per 29 ottobre 2010

Fairbanks 64° N – La Corsa all’Oro in Alaska

Fairbanks è la seconda città più grande dello stato americano dell’Alaska. Si estende su una superficie di 84,6 km² e nel 2006 contava 31.142 abitanti (368,1 per km²). Fairbanks è situata nel centro dell’Alaska, rispetto al quale rappresenta l’insediamento più grande e popoloso, secondo nello stato solo ad Anchorage, che sorge però diverse centinai di chilometri più a sud. Il centro è sede del comune di Fairbanks North Star Borough, a sua volta compreso nell’estesa area metropolitana di Fairbanks, la più settentrionale degli Stati Uniti.

Nel 1894, due anni prima della scoperta dell’oro nel Klondike, Felice Pedroni e i fratelli Giovanni e Francesco Dalla Costa d’origine trevigiana si trasferirono nello Yukon (Canada) percorrendo quello stesso tragitto che migliaia di persone avrebbero intrapreso nel 1897 e tumultuosamente nel 1898. Arrivati a Forty Mile (cittadina a poche miglia a Nord di Dawson) la comitiva si sciolse e Pedroni rimase da solo a imparare le tecniche di ricerca.  Nel 1888 divenne cittadino americano col nome di Felix Pedro. Spirito irrequieto, amante dell’avventura, persona intelligente ed estremamente determinato, non sapeva però leggere e scrivere, riusciva solo a fare la propria firma. Nel 1894, quando in una miniera morì un suo caro amico, decise che se doveva rischiare la vita per poco, tanto valeva farlo per molto e così fece la sua scelta: diventare cercatore d’oro. Nel 1896, anno della scoperta nel Klondike, lui che si trovava poco lontano dal luogo, invece di accorrere per accaparrarsi le concessioni minerarie migliori, decise di tentare a Ovest, nell’interno dell’Alaska, zona pressoché inesplorata. Intraprese molte spedizioni in cui si allontanava per molti mesi, non c’erano strade o città, ma solo colline, acquitrini e fiumi. Il 22 luglio del 1902, febbricitante e prossimo alla decisione di abbandonare anche l’ennesima spedizione, decise di andare ad indagare nella valle accanto e lì trovò un ricco giacimento aurifero, da cui nacque la città di Fairbanks (oggi seconda città dell’Alaska). Cosa spinse Pedroni ad intraprendere le ricerche nella semi sconosciuta Alaska, rimane un mistero.

La fondazione di Fairbanks avvenne proprio nell’agosto del 1902, pochi mesi dopo la scoperta, da parte di Felice Pedroni minatore e cercatore d’oro, di una grande vena aurifera, nei pressi della quale furono innalzati i primi edifici. Il nome fu stabilito in ricordo del senatore repubblicano Charles Fairbanks, che prestò servizio durante il secondo mandato del presidente Theodore Roosevelt. Il numero degli abitanti crebbe considerevolmente ed in modo continuo fin dai primi anni seguenti alla fondazione, con migliaia di persone che ogni anno si trasferivano nel gelo dell’Alaska accecati dal fascino che solo l’oro può esercitare (la cosiddetta febbre dell’oro o corsa all’oro). Proprio per questa sua rapida crescita la città si dotò rapidamente di uffici governativi, infrastrutture ed edifici pubblici.

La prima caratteristica che si coglie raggiungendo Fairbanks è la straordinarietà degli scenari paesaggistici, con rocce, neve e ghiaccio che la fanno da padroni per quasi tutto l’anno. Per conoscere meglio la natura della zona bisogna visitare: la White Mountains National Recreation Area, pochi chilometri a nord della città, l’Artic National Wildlife Refuge (ANWR) ed il Gates of the Artic National Park and Preserve. A breve distanza dal centro si trovano anche il Creamer’s Field Migratory Waterfowl Refuge, una grandissima riserva per uccelli istituita nel 1974 e dedicata al noto pioniere locale Charlie Creamer, e la El Dorado Golden Mine, dove vennero estratti i primi filoni d’oro all’inizio del Novecento. Assolutamente straordinario è il fenomeno dell’aurora boreale, che si verifica all’incirca per duecento giorni all’anno fin nelle vicinanze dell’abitato.

Rimanendo all’interno della cerchia urbana, dopo aver passato in rassegna i moderni palazzi di downtown, non si potranno perdere: il campus della University of Alaska Fairbanks, dove si potranno visitare i Georgeson Botanical Gardens, che conservano centinaia di diverse specie vegetali, tra le quali moltissimi fiori, erbe e frutti; il Pioneer Park, che comprende tra gli altri l’Alaska Centennial Center for the Arts, il Tanana Valley Road Museum e la Fairbanks Arts Association; il Growden Memorial Park, dove si pratica uno degli sport più seguiti della zona: il baseball, e la Noel Wien Public Library, la cui collezione conta più di 100.000 testi.

Il clima è subartico, con inverni molto lunghi, che normalmente si protraggono da fine settembre a metà aprile, ed estati decisamente miti per la latitudine. Durante l’inverno le giornate sono fredde ma asciutte, con temperature che mediamente oscillano tra –19°C e –2°C e valori di umidità decisamente bassi. Occasionalmente durante la notte si può precipitare fino a -30/-35 gradi, anche se il record storico fu di – 54°C, valore registrato il 14 gennaio 1934. Le estati sono invece inaspettatamente calde, tanto che in luglio la media delle massime si attesta a 22°C, anche se si verificano spesso fenomeni meteorici estremi e di una certa intensità, come grandinate e fulmini. Le precipitazioni sono diffuse, e si presentano nevose da fine settembre o inizio ottobre fino ad aprile inoltrato, per un totale annuo di oltre un metro e mezzo di neve. Fairbanks ha un clima decisamente continentale. Queste le medie: gennaio -23,3°C, aprile -0,7°C, luglio 16,9°C, ottobre -3,8°C, anno -2,8°C. Precipitazioni: 278 mm/anno, con massimo estivo (agosto 50 mm, luglio 47) e minimo tardo-invernale (aprile 8 mm, marzo 9, febbraio 10).

L’aeroporto è il Fairbanks International Airport, servito da molte delle principali compagnie aeree nazionali, mentre per gli spostamenti a terra si può fare affidamento sull’efficiente sistema autostradale che caratterizza tutta l’Alaska. La città sorge alla confluenza tra Richardson Highway, George Parks Highway, Steese Highway e Elliott Highway, che consentono di raggiungere Anchorage, il Canada e gli altri 48 stati sottostanti. Il servizio di trasporto pubblico è gestito tramite il comune dal Metropolitan Area Commuter System (MACS). Fairbanks è anche la città dove si conclude il viaggio di Christopher McCandless, protagonista del libro e del film “Into the Wild”. McCandless infatti visse gli ultimi mesi della sua vita in un autobus abbandonato, lungo lo Stampede Trail, la linea ferroviaria costruita dai minatori, non lontano da Fairbanks. 

Il Buran – Il vento gelido delle steppe Siberiane

Il buran è un vento di aria fredda, spesso molto forte, caratteristico delle steppe della pianura sarmatica, ad ovest degli Urali. Ha direzione N-NE ed è causata da una depressione che sconvolge le condizioni anticicloniche tipiche della zona. Esso è spesso accompagnato da bufere di neve congelata durante la quale i fiocchi caduti a terra vengono sollevati di nuovo e, mescolandosi alla neve che cade, azzerano quasi la visibilità; in questo caso assume il nome di пурга, purga. Il buran si spinge frequentemente in Asia, al di là degli Urali, fino allo Xinjiang; più raramente giunge fino a latitudini più basse e arriva fino in Italia seguendo traiettorie orientali, aggirando la catena alpina e non trasformandosi quindi in favonio. In questi casi si verificano crolli termici consistenti e improvvisi. Questo vento ha dato il nome alla navetta spaziale sovietica Buran.

Nativo delle pianure della regione Sarmatica Russa, ad Ovest degli Urali, il Burian è un vento gelido che soffia accompagnato da bufere di neve congelata dai fiocchi finissimi, che una volta caduti a terra vengono sollevati di continuo dalle folate del vento. La neve che cade dalle nubi, si somma a quella che viene sollevata dal suolo rendendo così la visibilità quasi pari a zero. Il Burian molto spesso si spinge in Asia, al di là degli Urali, e qualche volta seguendo traiettorie di “conquista”, si spinge fino alle nostre latitudini, coinvolgendo la Penisola Italica. La caratteristica del Burian indubbiamente è il suo vento gelido, però è da tenere in considerazione anche la pochissima umidità che contiene. Il vento gelido e secco, raffredda velocemente al suo passaggio tutte le regioni che attraversa; molto frequentemente, il Burian è accompagnato da altri venti freddi. Una cosa molto importante è quella che il Burian, quando arriva alle nostre latitudini non è “ostacolato” dalla Catena Alpina, e di conseguenza, non si trasforma in Fohn (vento caldo di ricaduta classico delle zone prealpine). Questo gelidissimo grecale, attraversando velocemente le repubbliche orientali dell’Europa, varca vorticosamente i nostri confini dalle regioni di nord-est, propagandosi successivamente in tutta la penisola. Quando in Italia arriva il Burian ci sono crolli termici consistenti, veloci e improvvisi ma non solo.

L’aria fredda continentale, a differenza di quella polare, ha temperature più basse negli strati inferiori dell’atmosfera rispetto a quelle misurate in quota. Le analisi meteo e dei modelli matematici, quando arriva il Burian, si rivelano quasi sempre errate, poiché l’aria fredda che entra è molto più fredda alle quote basse, rispetto a quelle di altezza di geopotenziale (ad esempio una carta 850 hPa di geopotenziale può avere una temperatura di -5°C, quando invece al suolo la temperatura si assesta facilmente attorno ai -15°C). Il Burian non è molto frequente alle nostre latitudini, però negli ultimi anni in forma più o meno consistente ci ha però fatto visita. Citando alcuni esempi: 13 Dicembre 2001, 25 Dicembre 1996, 1 Marzo 2005, 6 Febbraio 1991 e 6 Marzo 1971.